23 maggio 2004

Emissario del lago di Nemi - Genzano (RM)

Partecipanti: Marco Nardelli, Marco Placidi, Laura Lombardi, ??



Appuntamento alle 15.45 con Marco Placidi davanti al museo delle navi romane di Genzano sul lago di Nemi. E' in programma la visita all'emissario del lago che attraversa la collina fino alla valle di Ariccia e che fu costruito dalle popolazione aricine nel IV secolo a.C.

Distribuiti caschi e stivali a tutti i partecipanti ci avviamo ad una piccola passeggiata fino all'imboccatura del passaggio. Siamo in circa 20 partecipanti e il tempo sembra volgere al brutto.

Dopo circa 10 minuti ci troviamo dinanzi al cancelletto che blocca l'ingresso al cunicolo. Marco ci fa una rapida e precisa panoramica della storia dell'emissario e delle modalità di costruzione. Accesi i faretti e le lampade ci inoltriamo nell'oscurità. Laura è emozionata perchè per lei è la prima esperienza in una grotta, sia pur artificiale.

Il primo tratto è abbastanza basso e si procede curvi per circa 40 metri. Poi il condotto si allarga ed è possibile camminare eretti, facendo sempre attenzione a non urtare con la testa al soffitto di altezza variabile. Per quasi tutto il percorso c'è una tubazione a livello del terreno che rende difficile la percorrenza e in alcuni punti, le staffe di giunzione creano un pericolo per potenziali urti (ne faccio le spese io nel viaggio di ritorno urtando col ginocchio sinistro).

In alcuni punti il condotto si allarga abbastanza da rendere possibile una sosta per prendere fiato tutti insieme e partecipare ad alcune battute di spiegazione di Marco. A circa metà percorso il fondo si fa bagnato (in alcuni punti l'acqua arriva a 10-15 cm.) a causa di una infiltrazione di acqua piovana che forma una sorgente interna. Il calcare si è accumulato in quantità sul fondo rendendolo completamente bianco.

In un paio di punti incontriamo i raccordi e le giunzioni fatte dagli antichi costruttori per rendere lineare il condotto. A circa 3/4 del percorso notiamo l'opera di scavo dei "fossores" nell'intrusione basaltica, realizzata con l'ausilio di un complesso macchinario simile ad una trivella manuale e che ha permesso la realizzazione dell'opera con enorme dispendio di forze.

Il condotto termina aprendosi sulla vallata di Ariccia con un'apertura molto bassa e uscendo ci accorgiamo con dispiacere che sta piovendo. Usciamo giusto il tempo di prendere una boccata di aria fresca e di ammirare il panorama (Laura riempie anche una bottiglietta d'acqua da una fontana lì vicino). Poi, dopo una piccola pausa, torniamo abbastanza rapidamente indietro ripercorrendo l'intero condotto fino al punto in cui si dirama dal "discensores", cioè il primitivo scavo soprastante il livello del lago. Risaliamo da tale cunicolo evitando di rifare il tratto basso percorso all'andata ed uscendo dall'entrata che fu in origine il punto d'inizio dello scavo.

Raggiungiamo da un sentiero nella vegetazione il punto da cui era iniziata l'escursione e fatte alcune foto di rito torniamo alle macchine per cambiarci.