10 febbraio 2001

Forte Antenne a Villa Ada - Roma

Partecipanti: Marco Nardelli, Marco Placidi, Carlo Marella, Andrea D'Alfonsi, Giulia Pietroletti, Michele Concas, Claudio, Marco ?


Clicca sulla fotografia per vedere tutto l'album

Appuntamento alle 9.15 davanti al forte a villa Ada. Io vado insieme a Carlo e lascio la macchina sotto casa sua, alla Magliana.

Aspettiamo l'arrivo di tutto il gruppo e mentre ci prepariamo (io provo la tuta e la sottotuta nuovi), arrivano i ragazzi che ci hanno segnalato il pozzo e i sotterranei (loro li battono da un po' di tempo e conoscono benissimo ogni anfratto).

Ci dividiamo in due gruppi: il primo (con le persone senza imbrago) formato da Marco Placidi, Marco, Claudio e gli altri due andranno direttamente ai cunicoli sotterranei delle cave, il secondo formato da me, Andrea (l'unico in grado di armare il pozzo), Carlo e Giulia, oltre ad ovviamente le guide, scenderà nel pozzo.

L'entrata è un piccolo varco dopo una discesa fangosa (è piovuto fino a ieri) che introduce nelle casematte, tutte intorno al Forte. Dentro è un susseguirsi di vecchi oggetti ammucchiati (cassettiere, scatoloni, vecchi schedari, mobilio) e in evidente stato di abbandono (l'ultimo insediamento al Forte risale ai primi anni del secolo).

Avanziamo in silenzio per non farci sentire dagli inquilini (già, sembra che qualcuno viva abusivamente all'interno di questa struttura fatiscente!), e giungiamo ad un cancello di ferro, chiuso con lucchetti pesanti. Alla base si apre un pozzetto quadrato profondo circa 5 metri, in fondo al quale si intravede un cunicolo.

Andrea arma la via e scende per primo. Giunto al fondo conferma l'effettiva presenza di un cunicolo orizzontale che si inoltra per parecchi metri. Scendiamo nell'ordine Carlo, io e Giulia e proseguiamo per un centinaio di metri (con molta fatica, dovendo procedere rannicchiati per tutto il percorso). Ci rendiamo presto conto che siamo all'interno delle condutture circolari del diametro di circa un metro che proseguono tutto intorno al perimetro del forte e che probabilmente costituivano impianti di smaltimento delle acque reflue della struttura (un debole odore di fogna testimonia la nostra deduzione).

Torniamo indietro e risalito il pozzo (facendo attenzione alle scalette metalliche in stato di avanzato arrugginimento) usciamo dall'edificio e cerchiamo di raggiungere l'altro gruppo. Dopo un tortuoso giro tra la vegetazione del vasto parco di Villa Ada, giungiamo davanti all'entrata di quello che sembra essere l'ingresso di una cava. L'interno è ampio ma il soffitto non più alto di 1,60m. e ci costringe a procedere in posizione curva.

Seguiamo un percorso segnalato da frecce e indicazioni in nerofumo sulle pareti (sul terreno, sparsi qua e la, aculei di istrice sicuri abitanti del luogo) e riusciamo ad individuare l'altro gruppo sulla via del ritorno. L'ambiente vasto e labirintico è sicuramente antico e la presenza di una vena di pozzolana testimonia l'effettivo utilizzo come cava. Scambiamo impressioni e riferimenti con tutto il gruppo e rientriamo alla base (il parcheggio davanti all'ingresso del forte).